Il dj e il produttore italiano Luca Antolini conosce Eddy Rave da circa ventotto anni. Il duo, a quattro mani, ha realizzato una produzione davvero interessante. La coppia si è incontrata di persona prima e si è tenuta in contatto via chat poi per costruire e realizzare insieme nuove e visionarie tracce. Mostrato l’amore per le atmosfere maggiormente hardtrance, Luca Antolini ed Eddy Rave, dopo esser stati supportati, pubblicati e recensiti da Giuseppe Ottaviani, Andrea Mazza e da molti altri dj, sbarcano su Neurals, la label di Mario Più appartenente al gruppo Media Records, ormai un vero hub per gli amanti della musica.
Da sempre impegnato sul fronte della trance, Antolini spiega di essere comunque interessato a tutti i generi dell’elettronica. “Diciamo che la trance influenza sempre ogni stile che ho fatto”.
Da mesi collabori con Eddy Rave. Come ti trovi?
“Stiamo facendo davvero tante belle cose. E siamo solo agli inizi. Contaminiamo sempre con suoni psy, uplifting, eletronica in generale. Ci piace sperimentare e azzardare”.
Faresti un back2back o condivideresti la consolle con Eddy Rave?
“Con Eddy produco e, sì, farei un bel live. Lui è anche molto bravo con le macchine e le tastiere. In fondo non avrei problemi con nessuno, sono sempre andato d’accordo con tutti”.
Hai sempre amato la trance?
“Sì, dai primi dischi con melodie di fine anni ’80 e inizio ’90. Ai tempi però mi piacevano anche i vari Mike Oldfield, Vangelis, Depeche Mode, Morricone, tanto che questi hanno creato mondi trance senza nemmeno saperlo. Poi verso le metà degli anni ’90 l’incontro con Roland Brant, Gianni Parrini, Valez, DJ Panda e Ricci e con la parentesi dream house mi sono decisamente convinto che era il mio mondo; senza dimenticare la techno e la progressive”.
Come ti sei invece avvicinato a Mario Più e scoperto Neurals?
“Gli feci sentire ‘Your Soul’ e ‘One Vison’ ed entrambe gli piacquero. ‘Your Soul’ è una simbiosi tra Eddy e me: amiamo molto suonare melodie epiche arricchite da suoni forti e decisi e influenzate da altri generi come la psy o la techno”.
Se si ascoltano alcune tue produzioni hardtrance degli anni 2000 si intuisce quasi la tua anticipazione alla moda della psy trance.
“Il suono psy è molto vicino al basso detto a cavallo, in sedicesimi. Della psy mi piace la dinamica tra cassa e basso: quando partono, insieme sono devastanti. Poi però tutti quei vocal etnici dopo un po’ diventano monotoni”.
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